Le domande frequenti sulla donazione di midollo
Quasi tutti possono diventare donatori di midollo osseo: per entrare a fare parte del Registro nazionale dei donatori basta avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, avere un peso corporeo di almeno 50 chili e godere di buona salute. Vorresti saperne di più? Allora non perderti le domande frequenti che abbiamo preparato, in collaborazione con il portale dell’Associazione Donatori Midollo Osseo.
Perché donare il midollo è così importante?
Il trapianto di midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche permette di curare molte malattie del midollo osseo, del sangue e del sistema immunitario altrimenti incurabili: leucemie, linfomi, mielomi, talassemie, disordini congeniti dell’età pediatrica e, in alcuni casi, malattie autoimmuni e tumori solidi.
Chi può donare il midollo?
Per diventare donatore di midollo bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, un peso di almeno 50 chili e godere di buona salute. Per iscriversi al Registro nazionale dei donatori, collegato a quello nazionale, è necessario uno screening con prelievo di saliva o di sangue per procedere con la tipizzazione, ovvero la caratterizzazione del profilo genetico, necessaria per verificare l’eventuale compatibilità con un paziente. La disponibilità nel Registro rimane valida fino al raggiungimento dei 55 anni, fatta eccezione per i donatori familiari che possono donare anche se hanno un’età superiore.
Qual è il primo passo per diventare donatori di midollo osseo?
Per diventare donatori di midollo occorre rivolgersi ai centri donatori presenti sul territorio nazionale, all’Admo (Associazione Donatori di Midollo Osseo) o all’Adoces (Federazione italiana associazioni donatori cellule staminali emopoietiche). È possibile anche fare una preiscrizione online ed essere ricontattati dal centro donatori più vicino.
Come avviene il prelievo?
Le cellule staminali emopoietiche possono essere prelevate direttamente dal midollo osseo o dal sangue periferico. Il sangue midollare viene prelevato dalle ossa del bacino, in anestesia generale o epidurale, e dura circa un’ora. È una procedura sicura che non comporta rischi per il donatore se non quelli minimi legati all’anestesia e alla modalità di raccolta, che vengono discussi e chiariti con il donatore prima della donazione. I soggetti che dovessero avere un concreto rischio anestesiologico non vengono candidati alla donazione, a loro stessa tutela. Durante il prelievo non si avverte dolore, mentre nelle ore successive è possibile avvertire un dolore sordo, di modesta entità, reversibile con un normale antidolorifico.